Lo studio

Il nome “Il centro del Sé”:  fa riferimento al nostro centro interiore, a quella parte profonda presente in ognuno di noi che quando riusciamo a contattare e ad ascoltare ci permette di essere congruenti con ciò che siamo e di stare bene con noi stessi e con il mondo, una sorta di bussola interiore. Quando viviamo centrati viviamo in linea con la nostra natura più autentica e profonda e stiamo bene.

Il simbolo dell’albero nel cerchio: esprime la cura e la protezione di cui ha bisogno il nostro Sé per poter crescere ed esprimersi in tutte le sue potenzialità, come una sorta di “bonsai interiore” da far crescere con amore e dedizione dentro di noi.  Oltre a questo, l’albero rappresenta metaforicamente anche noi stessi come esseri umani unici e irripetibili: l’albero diviene semplicemente ciò che è…l’albero è radicato, più le sue radici sono profonde e più i suoi rami si stagliano verso il cielo, vibra flessibile al vento senza opporsi, pur mantenendo un saldo radicamento al suolo…non trattiene le foglie che hanno fatto il loro corso, sa che diventeranno nuovo nutrimento, accetta le stagioni e il loro continuo fluire, e cambia con esse. L’albero non compete con l’albero che gli sta a fianco, non si oppone alla sua stessa natura ed è capace di crescere anche su una roccia.

C’era una volta una goccia di pioggia che si innamorò di un albero. Provava ad abbracciarlo, a unirsi a lui ma non ci riusciva. Un tempo gli alberi erano tronchi impermeabili che correvano per il mondo, senza rami e radici.

– Hai la libertà, ma se un giorno decidi di amarmi, potrai mettere radici – gli disse la goccia di pioggia.
– Che cosa sono le radici? – chiese l’albero?
– Sono la conoscenza di se stessi, l’attaccamento ai princìpi, la volontà di costruire qualcosa di duraturo.

L’albero un giorno si fermò e per amore decise di mettere radici. La goccia di pioggia potè finalmente unirsi a lui e per ringraziarlo, regalò all’albero la più bella chioma di rami mai vista.

– Queste sono le radici. Affondano in terra, ma ti permettono di toccare il cielo – disse la goccia di pioggia.

(Fabrizio Caramagna)