Cos’è la psicoterapia? uno scarabeo dorato.

“Si dottore, ho capito, interessanti queste consapevolezze, ma cosa me ne faccio? a me serve qualcosa per uscire da questa situazione.” (cit)
Spesso la terapia non è nulla più di un piccolo scarabeo dorato, tanto? Poco? dipende…
A questo proposito condivido questa storia della tradizione Vedanta (che mi sono permesso di sintetizzare).
Un uomo accusato ingiustamente venne rinchiuso in un altissima torre, le cui pareti esterne non offrivano alcun appiglio. Dalla sua finestra poteva vedere tutta la città e il cielo stellato, ma sapeva che sarebbe stato condannato a rimanere lì prigioniero per sempre.
La cima della torre era irraggiungibile dall’esterno, ma alla moglie venne un’idea… Una notte arrivò ai piedi della torre con uno scarabeo dorato, un filo di seta, uno spago, una fune e un po’ di miele; il marito vedendola pensò che fosse impazzita…
La moglie mise due gocce di miele sulle antenne dello scarabeo, gli attaccò sul dorso un capo del filo di seta e lo appoggiò alla parete della torre, orientandolo verso l’alto. Lo scarabeo, sentendo il profumo del miele, incominciò a camminare verso l’alto guidato dalla fame.
L’uomo, nel vedere lo scarabeo dorato salire con dietro di sé il filo di seta che si srotolava, si illuminò di speranza e al suo arrivo lo slegò dal filo di seta, lo ringraziò e gli diede le due gocce di miele che aveva sulle antenne.
Il filo di seta arrivava fino a terrà, ma era fragile e l’uomo pensò: “che me ne faccio? È troppo sottile per reggere il mio peso!”
La moglie però non aveva terminato il suo piano, la sue teoria era che nella vita i progressi si fanno a piccoli passi, un po’ alla volta si riesce…
Attaccò quindi lo spago all’altra estremità del filo di seta, che era abbastanza forte per trasportarlo. A quel punto, l’uomo iniziò a tirare a sé il filo di seta che trainava a sua volta lo spago. Una volta recuperato lo spago pensò che magari fosse un modo che aveva pensato la moglie per mandargli del cibo, ma in ogni caso non gli sarebbe servito a nulla per evadere da quella prigione: “che me ne faccio di uno spago?! Anche questo è troppo fragile per consentirmi di evadere!”
Ma la moglie aveva in mente ben altro: attaccò allo spago un estremità della fune…adesso il marito iniziava a capire: tirò su la fune e l’attacco a una sbarra, ora aveva un modo per raggiungere la libertà e, in meno che non si dica, arrivò giù, abbracciò la moglie e i due sparirono nella notte.